- Museo Regionale della Ceramica di Deruta e resti delle antiche fornaci di San Salvatore
Allestito nel 1998 presso il complesso conventuale di
San Francesco a Deruta, risalent
e al 1008 ed edificato dai monaci benedettini, oltre a rappresentare il più antico museo per la ceramica in Italia, vanta una collezione di ben 6000 opere. La modalità espositiva dei reperti presenti, fruibili al pubblico ed ai ricercatori, permette di abbracciare un arco temporale che va dal periodo arcaico fino ai giorni nostri e sottolinea la funzione dell’istituzione museale stessa: luogo non solo di conservazione ma anche modello di ispirazione per gli artigiani. Ambientazioni accurate e visite ai luoghi di produzione delle opere quali l’area archeologica delle fornaci di
San Salvatore rendono particolarmente coinvolgenti le visite.
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Rinvenuta in maniera fortuita nel 2008, durante i lavori per la realizzazione di un parcheggio pubblico a ridosso delle mura castellane, dove era ubicata fino agli inizi del XX secolo la chiesa di San Salvatore, l’area delle
antiche fornaci di San Salvatore è collegata al
Museo della Ceramica attraverso un tunnel sotterraneo. L’indagine archeologica,
conclusasi nel 2010, ha messo in luce una sequenza di strutture databili tra la fine del Duecento e gli inizi del Settecento ed ha consentito il recupero di un numero rilevante di reperti ceramici. L’impianto produttivo, funzionante tra la seconda metà del XV e gli inizi del XVIII secolo, è strutturato in differenti ambienti tra loro collegati: al centro trovano collocazione due fornaci, una vasca per la decant
azione dell’argilla e i resti di un forno fusorio.
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Per ulteriori informazioni visitate il sito del
Museo Regionale della Ceramica di Deruta
Commissionata nel 1848 all’ingegnere
Lorenzo Cherubini, per volere dei “quin
queviri” di Deruta, questa fontana a pianta poligonale situata all’inizio della
Piazza dei Consoli, ben si fonde con l’impianto Medievale che caratterizza questo comune segnalato fra i Borghi più belli d’Italia.
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Situata presso il
trecentesco
Palazzo dei Consoli ospita numerose opere prov
enienti dalla chiesa di San Francesco e da quella di Sant’Antonio Abate. Di grande rilievo storico artistico sono l’affresco di
Pietro Vannucci, meglio noto come
il Perugino, P
adre Eterno con San Romano e San Rocco, le opere di
Niccolò di Liberatore detto
l’Alunno, tra cui la
Madonna dei Consoli e il
Gonfalone di Sant’Antonio Abate, e un messale in pergamena dei frati minori francescani, risalente al XIII secolo con miniature del
Maestro del Messale di Deruta. Completano il patrimonio della Pinacoteca le opere della collezione
Lione Pascoli, acquisita per donazione nel 1931 e costituita da dipinti settecenteschi di
Giovanni Battista Gaulli detto
il Baciccio, Antonio Amorosi, Francesco Trevisani, Sebastiano Conca, Francesco Graziani e Pieter Van Bloemen, rappresentative del collezionismo romano di primi Settecento.
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Per ulteriori informazioni visitate il sito della
Pinacoteca Comunale Deruta
- La chiesa di San Francesco
Tra i beni storico-arch
itettonici di interesse figura la
chiesa di San Francesco. Non si conosce con certezza la data di fondazione, ma il ricordo del passaggio per Deruta del Beato Egidio, fedele compagno di San Francesco, la colloca tra le più antiche fabbriche francescane.
[5] La chiesa fu consacrata nel 1388, in quanto un violento sisma nel 1303 provocò gravi lesioni alla struttura. Si caratterizza per uno stile
romanico gotico in pietra arenaria: la facciata è decorata con uno splendido rosone in pietra bianca e rosata. La struttura interna a navata unica è sormontata da un tetto a capriate e le pareti circostanti riportano testimonianze di affreschi. Sulla parete sinistra si trova una nicchia con un affresco raffigurante la
Vergine tra i santi Francesco e Bernardino e sul registro inferiore
San Girolamo e Sant’Antonio, attribuiti a
Domenico Alfani. In basso a sinistra, entro una piccola nicchia rettangolare, è visibile un affresco votivo del XV sec. con un
miracolo di Sant'Antonio. Attiguo alla nicchia si trova un altro frammento d’affresco, databile anch’esso al XV sec. raffigurante
San Sebastiano.
[6] Di notevole interesse la rappresentazione del
martirio di santa Caterina da Alessandria, protettrice dei ceramisti. Peculiarità della chiesa di San Francesco è la presenza di una campana fusa per celebrare la canonizzazione di San Francesco nel 1228.
Per ulteriori informazioni visitate il sito della
Chiesa di San Francesco Deruta
- La Chiesa di Sant’Antonio abate
Sempre a Deruta sorge la
chiesa di Sant’Antonio abate, luogo di culto con interessanti opere artistiche che oggi sono in parte ospitate presso la Pinacoteca comunale di Deruta, come l’
Eterno tra i Santi Rocco e Romano di
Pietro Vannucci, il Perugino e la
Madonna dei Consoli di
Niccolò di Liberatore detto
l’Alunno [7] realizzato su commissione della omonima confraternita e risalente al 1457. Ancora un ciclo pittorico di affreschi riconducibili a
Bartolomeo Caporali datato 1480, raffigura una
Madonna della Misericordia tra i santi Francesco e Bernardino e, sulla volta, il
Padre Eterno tra gli evangelisti.
Giovanni Battista Caporali impreziosisce ulteriormente l’edificio raffigurando sulla mostra d’altare situata in fondo alla chiesa le
Scene della vita di Sant'Antonio abate e le figure di
San Rocco e
San Sebastiano.
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- Il Santuario della Madonna del Bagno ricco di ex voto in maiolica.
Presso Casalina nel comune di Deruta sorge il prezioso
santuario dedicato alla
Madonna del Bagno. È conosciuto per la presenza di numerosi
ex voto, costituiti da mattonelle in
maiolica finemente decorate, che ne abbelliscono le pareti interne e che testimoniano la devozione sincera da parte degli abitanti di queste terre. Tutto ha origine intorno alla metà del XVII secolo; un frate zoccolante cappuccino, camminando lungo un
sentiero che oggi costeggia l’attuale arteria stradale E45, si imbatte casualmente nei resti di una tazza di ceramica nascosta tra la vegetazione. L’oggetto lo incuriosisce: presenta una foglia per manico e un fondo basso al cui interno è dipinta una graziosa effige di Madonna col Bambino, insolita per l’iconografia classica del soggetto. Il bambino è infatti “in grembo alla Madre, non seduto ma quasi genuflesso sul ginocchio sinistro, in posizione scattante e quasi insofferente della postura (seduta) tenuta fin lì, come chi si appresta ad accorrere in aiuto di qualcuno che invoca soccorso da lui e di cui lui solo sembra udire la voce.”
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Ma centrale è la raffigurazione della sua mano destra con cui “sostiene una sfera, il mondo, dove vivono gli uomini per i quali è venuto, i suoi fratelli che è venuto a salvare. Alla Madre, che sembra osservarlo stupita, Egli indica con la mano sinistra l’oggetto e la ragione della sua urgenza: il mondo che solo lui può salvare perché quel mondo è suo, perché Lui l’ha creato, perché Lui l’ha redento, perché solo da Lui può giungere ad esso il perdono”.
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Il religioso, colpito dalla bellezza e dalla sacralità che promana l’oggetto, decide di collocarlo su una giovane pianta, al fine di evitare che il calpestio degli animali o la disattenzione degli uomini, possano danneggiare irreparabilmente la tazza. La sistemazione precaria fa si che questa più e più volte cade a terra fino a quando un mercante di Casalina, frazione di Deruta, tale
Christoforo di Filippo, facendo rientro a casa dopo una fiera e passando lungo il sentiero, scorge l’oggetto e lo ancora saldamente a una quercia. Tempo dopo la moglie dell’uomo si ammala gravemente e Christoforo, ricordando il fortuito rinvenimento, torna dinnanzi alla quercia dove aveva deposto la tazza e raccomanda alla Madonna la guarigione della consorte. Tornato a casa, con immensa gioia, trova la moglie guarita intenta a svolgere i lavori domestici.
La notizia si diffonde immediatamente e viene eretta una piccola cappella dove inizia un incessante pellegrinaggio presso la “Quercia del Bagno”, tanto che le autorità del tempo dovettero interdirlo. Dopo un processo di brevissima durata, circa un mese, autorizzarono la visita alla “Madonna del Bagno”. Il 28 ottobre 1675, a cappella non ancora ultimata, una grande festa segna l’inizio ufficiale del culto. La modesta cappella tuttavia non è abbastanza capiente per ospitare i numerosi pellegrini che vi si recano e così nel 1687 viene eretta una nuova chiesa.
Per ulteriori informazioni visitate il sito del
Santuario della Madonna del Bagno
[1] Fonte: http://www.museoceramicadideruta.it/it/museo-di-deruta-storia_13.html
[2] Fonte: http://www.umbriaterremusei.it/data/musei/20160115191035_deruta.pdf
[3] Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Piazza_dei_Consoli
[4] Fonte: http://www.comunederuta.gov.it/cultura-e-territorio/pinacoteca-comunale/
[5] Fonte: http://sanfrancescopatronoditalia.it/
[6] Fonte: http://www.parrocchiadideruta.it/
[7] Fonte: http://www.parrocchiadideruta.it/
[8] Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Sant%27Antonio_abate_(Deruta)
[9] Fonte: http://www.madonnadelbagno.it/
[10] Fonte: http://www.madonnadelbagno.it/storia/
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